La Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari, presenta sulla piattaforma di Sardinia Media L’ULTIMO PUGNO DI TERRA di Fiorenzo Serra, primo di un programma di film del patrimonio della memoria storica audiovisiva dei sardi custoditi nell’Archivio della Cineteca Sarda . Per una settimana intera, DA SABATO 11 FINO A VENERDÌ 17 APRILE, il film sarà visibile gratuitamente nella piattaforma (link: https://sardinia.media) a cui si può accedere registrandosi senza costi. Il film sarà in rete dalle ore 9.00 del giorno sabato 11 aprile. L′iniziativa rientra nell′ambito delle attività previste dalla Cineteca Sarda per venire incontro al pubblico sardo in questo momento di forte disagio causato dal Covid-19, garantendo in questo modo visibilità all′immenso patrimonio audiovisivo che custodisce. L′iniziativa è patrocinata dalla Regione Autonoma della Sardegna in collaborazione con la Famiglia Serra.

Il film di Fiorenzo Serra, realizzato nel 1964, fu commissionato dalla Regione sarda per illustrare il programma del Piano di Rinascita nel contesto di un’isola in progressiva, seppur lenta, trasformazione e che aveva bisogno di un intervento forte per avviarne la Modernizzazione. Il film è un documento straordinario, che la Società Umanitaria della Sardegna ha restituito alla conoscenza di tutti i sardi nel 2008, con un restauro curato dagli operatori della Cineteca Sarda con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna.

 

 

L’ULTIMO PUGNO DI TERRA di Fiorenzo Serra

Italia 1964, col, 95′

 

Soggetto: Fiorenzo Serra; in collaborazione con Antonio Pigliaru, Luca Pinna, Michelangelo Pira, Giuseppe Zuri

Fotografia: Fiorenzo Serra, Mario Vulpiani

Musiche: Franco Potenza

Produzione: Fiorenzo Serra per R.A.S. Regione Autonoma della Sardegna

Consulenza artistica: Cesare Zavattini

Collaborazione per la realizzazione: Giuseppe Pisanu, Elio Serra

Consulenza: Manlio Brigaglia, Giuseppe Fiori, Antonio Pigliaru, Luca Pinna, Michelangelo Pira, Giuseppe Zuri

Direttore della produzione: Elio Serra

Commento parlato: Giuseppe Pisanu, Manlio Brigaglia; integrato con testi di Salvatore Cambosu, Ignazio Delogu, Giuseppe Fiori, Benvenuto Lobina, Emilio Lussu, Antonio Pigliaru

Voci: Riccardo Cucciolla, Manlio Busoni

Assistenti al montaggio: Cleope Conversi, Maria Schettino

Riprese speciali: Gianni Raffaldi (ASC), Mario Bernardo

Operatori: Angelo Bevilacqua, Giorgio Regis

Collaborazione alle riprese: Nini Blumenthal, Ambrogio Carta, Piero Doneddu, Mario Manconi, Raffaello Marchi, Domenichino Muscau

Musiche originali eseguite da: Francesco Bande, fisarmonica e voce; Pasquale Loi, armonica a bocca; Gonario Licheri, Emiliano Farina, Giuseppe Munari, Nazarino Patteri, cuncordu vocale

 

 

Dal dopoguerra comincia a farsi strada un cinema documentario più attento agli aspetti antropologici e compaiono i primi autori sardi come Fiorenzo Serra, che, superando l’impostazione folclorica, realizza "L’ultimo pugno di terra", premiato al Festival dei Popoli nel 1965.

Il film, realizzato col patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna intenzionata a produrre un′opera che testimoniasse gli effetti "miracolosi" del piano di Rinascita in Sardegna, fu concepito invece dal regista come una pellicola che mostrava la nostra isola ancora "ferma nel tempo", intaccata appena dagli ossimori dolorosi degli inevitabili mutamenti in corso.

Un film assai diverso, anche rispetto alla lunghezza, dalle altre pellicole firmate da Serra che, come accadeva fino agli anni sessanta, erano documentari non più lunghi di quindici minuti, proiettati, in genere, insieme al lungometraggio di fiction; un modo distributivo che permetteva la vasta produzione del genere e, spesso, ne decretava il trionfo economico.
Collaborarono al testo di L′ultimo pugno di terra intellettuali di vario orientamento politico (da Beppe Pisanu a Giuseppe Fiori, da Manlio Brigaglia a Salvatore Mannuzzu). Il film ebbe anche la supervisione di Cesare Zavattini, affascinato soprattutto dalla sequenza della "danza degli agnelli". A questa scena dedicò un piccolo paragrafo nel suo Straparole (1967) dove scrisse come, in quell′inquadratura, le pecore "si spostano tutte insieme di colpo da un punto del prato a un altro, leggere, leggerissime, come avessero aria sotto i piedi, richiamano i mutamenti repentini dei voli degli uccelli." Le riprese durarono quasi due anni e il film fu presentato nel 1964 alla Giunta regionale rimasta fredda di fronte al capolavoro di Serra: non era certo l′opera retorica propagandistica che desiderava. Questo risultato portò alla mancata distribuzione del film nelle sale, anche se, presentato al Festival dei Popoli, vinse il premio Agis. Tale situazione paradossale costrinse il regista a prendere una drastica decisione: L′ultimo pugno di terra fu smembrato in piccoli, brevi documentari che circolarono indipendentemente nelle sale.


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